Biossido di titanio, un colorante male interpretato – si tratta più di rischio, non di pericolo

MSDS-Europe – Biossido di titanio

Fatti fondamentali sul biossido di titanio

Il biossido di titanio (noto anche come ossido di titanio (IV), simbolo chimico TiO2) è una polvere bianca a grana fine che si trova in natura nelle forma minerale del rutilo o dell’anatasio.

Le sue principali applicazioni sono nella produzione di pitture e vernici, carta e plastica, che rappresentano circa l’80% del consumo mondiale di biossido di titanio. Altre applicazioni di pigmenti come inchiostri da stampa, gomma, cosmetici e prodotti alimentari rappresentano un ulteriore 8%. Il resto viene utilizzato in altre applicazioni, come la produzione di titanio tecnico puro, vetro e vetroceramica, ceramica elettrica, patine metalliche, catalizzatori, conduttori elettrici e prodotti chimici intermedi.

Il biossido di titanio è un ingrediente comune nelle vernici, si stima sia presente in 2/3 di tutte le vernici in commercio. Secondo un sondaggio del 2018, il valore totale delle vernici contenenti biossido di titanio disponibili in commercio era di 13,2 miliardi di dollari.

In termini di uso cosmetico viene utilizzato in piccole quantità come eccipiente addensante ed opacizzante e in quantità maggiori come protezione solare fisica sotto forma di crema solare, poiché il biossido di titanio filtra anche i raggi UV dannosi.

In base all’allegato II del Regolamento (CE) 1333/2008, dal 20 gennaio 2019 il TiO2 è stato autorizzato come additivo alimentare (colorante) con il codice E171. Il ruolo dell’E171 è di rendere più intenso il colore del cibo conferendogli un aspetto visivo più attraente.

Una rivista sulla sicurezza alimentare del 2016 ha sollevato la possibilità che il biossido di titanio possa avere effetti negativi sulla salute se ingerito. Le analisi della distribuzione dimensionale hanno mostrato che i lotti di TiO₂ per uso alimentare sono costituiti in media dal 50% di particelle di diametro inferiore a 100 micrometri e contengono sempre una frazione su scala nanometrica, sottoprodotto inevitabile dei processi di produzione.

Gli studi non hanno escluso chiaramente la possibilità di danni genetici o effetti mutageni. L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), dopo aver esaminato negli ultimi anni migliaia di studi sull’argomento, ha concluso che il biossido di titanio non è sicuro per l’uso come additivo alimentare. La Commissione europea e gli Stati membri stanno valutando una regolamentazione più severa dell’uso del TiO2 nell’industria alimentare in base allo studio dell’EFSA.

Ai sensi dell’attuale Regolamento CLP, non esiste una classificazione obbligatoria di pericolo per il TiO2. Recenti studi pubblicati insinuano, tuttavia, che l’inalazione della sua polvere possa provocare il cancro. Pertanto, la Commissione ha adottato una procedura accelerata per adottare un Regolamento CLP di emendamento (REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE (UE) 2020/217), che diventerà obbligatorio il 1 ottobre 2021, con una forte enfasi su una classificazione più rigorosa delle nanoparticelle contenenti biossido di titanio.

La decisione sul biossido di titanio potrebbe costituire un precedente per le sostanze chimiche con proprietà nocive simili e la posta in gioco è alta. Solo pochi anni fa sussisteva il pericolo che le preoccupazioni per la salute pubblica e i diritti dei lavoratori, sostenute dalla scienza e dalla legge, venissero sacrificate sull’altare delle tattiche diversive dell’industria, compresi i costi, l’eccessiva regolamentazione e il libero scambio.

 

Cosa prevede la normativa sul biossido di titanio?

In primo luogo il regolamento fornisce la giustificazione per una classificazione più rigorosa: poiché il cancro al polmone causato dal biossido di titanio può essere collegato a particelle di TiO2 inalabili, è opportuno esaminare queste particelle più da vicino. Si pensa che la tossicità osservata nei polmoni e il successivo sviluppo del tumore siano causati da particelle di biossido di titanio depositate e insolubili.

 

L’allegato I del Regolamento include un nuovo obbligo di etichettatura per i prodotti contenenti TiO2.

Le miscele liquide contenenti almeno l’1% di particelle di biossido di titanio di diametro pari o inferiore a 10 μm devono essere etichettate con la seguente dicitura:

EUH 211– Attenzione! In caso di vaporizzazione possono formarsi goccioline respirabili pericolose. Non respirare i vapori o le nebbie.

L’etichetta sull’imballaggio delle miscele solide contenenti 1% o più di biossido di titanio deve riportare la seguente dicitura:

EUH 212– Attenzione! In caso di utilizzo possono formarsi polveri respirabili pericolose. Non respirare le polveri.

Inoltre, l’etichetta sull’imballaggio delle miscele liquide e solide destinate all’uso non domestico e non classificate come pericolose ma etichettate con le frasi EUH211 o EUH212 deve riportare anche la frase EUH210.

 

L’allegato III del Regolamento stabilisce la nuova classificazione obbligatoria del TiO2 e le condizioni per la classificazione.

Il biossido di titanio (n. CAS 13463-67-7) è classificato nella classe di pericolo Cancerogenicità, categoria 2, insieme all’indicazione di pericolo H351 – Sospettato di provocare il cancro (inalazione), se presente sotto forma di polvere contenente almeno l’1% di particelle con un diametro aerodinamico di 10 μm o meno.

Nel caso di miscele contenenti TiO2, la classificazione come Sospettato di provocare il cancro per inalazione si applica solo alle miscele in polvere contenenti biossido di titanio sotto forma di particelle di almeno l’1% e di diametro aerodinamico non superiore a 10 μm o incorporato in tali particelle.

Tuttavia, i lavoratori che utilizzano polvere di TiO2 non devono farsi prendere dal panico. In effetti, durante il processo di fabbricazione può verificarsi l’esposizione alla polvere di biossido di titanio. In ogni caso esistono normative sia a livello UE che nazionale per l’esposizione e la protezione dei lavoratori. Inoltre, gli esperimenti sui ratti citati dall’ECHA hanno utilizzato livelli irrealisticamente elevati di biossido di titanio, che non sarebbero consentiti in un ambiente di produzione. Seguendo gli standard appropriati di salute e sicurezza sul lavoro per la tecnologia della produzione, l’esposizione della salute dei lavoratori può essere ridotta al minimo.

Guida alla classificazione e all’etichettatura del TiO2

 

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